Ai mondiali di Budapest il fioretto non tradisce
Conclusa la spedizione Azzurra a Budapest per i mondiali 2013, l’Italia torna a casa con un bottino di otto medaglie di cui cinque pervenute dalle lame dei fiorettisti e due dalla scherma paralimpica (continua…)
Cosa dicono i dati di questo mondiale è presto detto: chi temeva ripercussioni sui risultati a inizio stagione per la dipartita di Stefano Cerioni si sbagliava, non solo perché proprio dal fioretto è arrivato il maggior numero di medaglie, ma oltre ai due bronzi di Aspromonte e Di Francisca, i metalli pregiati sono stati ben tre (Errigo; FF sq. e FM sq., ndr) proprio come a Londra e mai come nella storia dei mondiali dell’era Cerioni, che a Catania 2011 conquistò ben sette medaglie con i “soli” due titoli iridati delle prove individuali dove i podi vennero monopolizzati dal tricolore. Quindi, il lavoro di Cipressa, subentrato ufficialmente ad anno nuovo dopo un periodo ad interim mentre ricopriva la carica di vicepresidente, è stato valido e ha garantito non solo la continuità.
Altro dato interessante sta nel fatto che a vincere la gara nel Fioretto Maschile è stato un atleta extraeuropeo, lo statunitense Chamley-Watson che ha portato per la prima volta nella storia il titolo nel continente rosso.
Già a Londra il titolo olimpico fu vinto dal cinese Lei Sheng su una concorrenza pervenuta fuori dai confini del vecchio continente. Questo a conferma dell’espansione che la scherma sta avendo ormai da oltre dieci anni a tutte le latitudini del pianeta e che da ancora più valore alle imprese dei nostri fiorettisti, che stanno mantenendo uno standard qualitativo elevatissimo, capace di non rompere i propri equilibri anche al cospetto di un cambio di guida al timone, appunto.
Sciabola e spada hanno attraversato quello che di solito è il classico anno post-olimpico con tutte le complicazioni del caso. Buone certamente le prove di Irene Vecchi (la sesta medaglia della spedizione, bronzo nella sciabola ind., ndr) e di Berrè caduto a ridosso del podio, come quella della Navarria anche lei fuori di poco dalla zona medaglie.
Le squadre di spada avranno sicuramente qualche rammarico in più se non altro per l’eliminazione patita dalle donne ai quarti contro la Russia (poi vincitrice del torneo, ndr) per una sola stoccata.
È indiscutibilmente il fioretto, dunque, la cassaforte di questa Federazione, l’arma dalla quale ci si aspetta sempre il massimo bottino, sulla quale ricadono inevitabilmente le responsabilità più grandi. Carico fino al oggi ben sopportato, non c’è che dire. Bravi!!